Love in the Valley – Excert from a Compilation book on Peaks by Margaji

E che dire se la tua esperienza d’innamoramento, invece di essere al picco, fosse un’esperienza di “valle”? Allora l’espressione innamorarsi (in inglese “falling in love”, cadere nell’amore), che è così inappropriata se si parla di vette e picchi, assume improvvisamente un significato. Sì, “elevarsi in amore” è una gran bella visione, ma innamorarsi, cadere nell’amore, è il modo in cui l’esperienza d’amore è stata effettivamente definita nei secoli, in molte culture.
E abbiamo tutti paura di cadere, di precipitare dal piedistallo delle nostre idee, come per esempio il concetto che l’amore ci innalza, ci fa toccare il cielo.
Quando io e Svarup ci siamo incontrati, certamente la nostra esperienza è stata più una caduta che un’elevazione…
Un’esperienza che mi ha portato in contatto con la terra, COL trovare nell’altro, in lei, un’inconsueta familiarità, come se ci fossimo conosciuti da sempre, la sensazione di tornare a casa. Non c’erano angeli che suonavano le trombe, né grandi striscioni che annunciavano: “Ecco, è successo, ora saliamo sulla vetta”. È stato come ritrovare un’amica preziosa, qualcuno che avevo perso lungo il cammino e per la cui perdita avevo versato molte lacrime, avevo attraversato un vero e proprio lutto. Un’amica che non avevo mai dimenticato.

Il nostro primo incontro è avvenuto durante un meeting di Osho Therapist, terapisti del mondo di Osho: i giovani terapisti, gruppo del quale io facevo parte e che lavorava prevalentemente in Europa, e i vecchi terapisti, che lavoravano prevalentemente al “Ranch”, a Rajneeeshpuram, Oregon, USA.

Si diceva che durante il meeting ci avrebbero presentato La nostra nuova coordinatrice, una donna italiana che aveva lavorato insieme a R.D. Laing, uno psicoterapeuta famoso in tutto il mondo che svolgeva la sua attività a Londra e di cui Osho aveva parlato molte volte, con grande rispetto. Si diceva anche che era molto vicina alla coordinatrice Della RIMU, la Rajneesh Meditation University di Rajneeshpuram, anche lei, di origine italiana, un’Americana famosa per il suo stille bulldozer nel dirigere l’ufficio gruppi e relativi terapisti.

Al tempo non c’era una grande vicinanza tra terapisti e coordinatori: entrambi si mantenevano a distanza di sicurezza gli uni dagli altri. Noi, i giovani terapisti, eravamo curiosi di conoscere questa nuova coordinatrice, di vedere come si sarebbe presentata.

Quando Svarup arrivò, ciò che ci colpì tutti era che non aveva alcun atteggiamento di superiorità, o di essere migliore di noi, né ostentava potere. Era semplicemente una buona amica. E credo che, essendo “nuova” anche lei, sulla scena dei terapisti di Osho, si sentisse più a suo agio con noi, i giovani, piuttosto che con coordinatori e terapisti del Ranch che avevano tutti personalità molto marcate ed erano molto consolidati nelle loro posizioni.

Il mio cuore fu toccato da Svarup. La vedevo un po’ smarrita in questo meeting e mi sentivo un po’ sperso anche io, così il mio cuore si protese verso di lei. Ma il mio cuore, più che avventurasi sui picchi dell’innamoramento, mi dava la sensazione che avesse perso il fondo e che da lì scaturisse una corrente di dolcezza morbida e mielosa che ci stava avvolgendo entrambi.
Più tardi ci rincontrammo a Berlino, dove ero in procinto di condurre la mia prima Primal. Quella volta si incontrarono le parti di noi più inclini al divertimento: andammo a ballare, chiacchierando e ridendo, prendendoci un po’ in giro, e sentimmo attrazione l’uno verso l’altra. Ma quell’amore stava appena nascendo e non era ancora così “caldo”, e in più entrambi condividevamo la nostra stanza con altre persone. La vita comunitaria attirava molte persone e quindi dormivamo in quattro in una piccola stanza. Fare l’amore in quelle condizioni era davvero un’arte che includeva negare o ignorare di sentirsi osservati ed esposti. Quindi quella notte dormimmo ognuno nella sua stanza.

Al tempo le Comuni erano gestite dalle cosiddette “mama”. La maggior parte di loro erano donne, anche se quel nome veniva usato pure per gli uomini. Era il nuovo regime, ideato da Sheila, la segretariA di Osho. Le mama erano temute e rispettate. Erano sostanzialmente un gruppo di donne dure, pronte alla lotta e senza mezzi termini.

La comune di Berlino era diretta da una mama olandese che avevo conosciuto ad Amsterdam. Non eravamo mai stati in stretto contatto, ma il mattino dopo chiamò Svarup e le chiese: “Hai dormito con lui?” e quando Svarup rispose: “Non ancora” lei replicò: “Toglitelo dalla testa: una mama non va a letto coi terapisti e poi comunque è un tipo pericoloso”. L’ultima frase era basata sulla valutazione del mio comportamento licenzioso che devo dire che rispetto ad altri nella comune, era abbastanza moderato: avevo semplicemente una certa curiosità sessuale e mi permettevo di sperimentare situazioni di tutti i tipi

È vero che gli amanti a cui è proibito di incontrarsi sono quelli che nella storia sono ricordati come i più appassionati… Romeo e Giulietta sono i più conosciuti in Occidente, ma anche l’India e il Medio Oriente hanno le loro versioni della storia… Forse quest’interferenza della mama olandese, basata sul giudizio e il controllo, fu ciò che ci rese consapevoli della passione che si stava risvegliando in noi.

Dopo quell’episodio ci mantenemmo comunque in contatto. Svarup stessa mi mandò alla Comune di Zurigo, sulla base del fatto che era la più lontana da Berlino… ma l’esistenza aveva i suoi piani… Di lì a poco Svarup fu spedita anche lei a Zurigo per iniziare la sua nuova carriera nella gestione finanziaria della Comune. Quando ci incontrammo di nuovo c’era ancora quella sensazione calda e generosa, piena di affetto, tra di noi. Aveva il sapore dell’amore e la conoscevamo bene…

Probabilmente per il fatto che la vita comunitaria ci dava già di per se stessa un mucchio di esperienze “picco”, tipo continue decisioni importanti da prendere sul lavoro o essere spediti di punto in bianco da un’altra parte, quello che desideravamo di più era incontrarci in modo intimo e non invasivo, che era la cosa più difficile da raggiungere. Creare intimità è un’arte: accade da sé come un’evoluzione dello stare insieme. Ma durante il giorno non avevamo tante occasioni per incontrarci e quindi tutto ciò che ci restava erano i nostri incontri notturni, in stanze piene di amanti o di “single” sperduti.

Quando il Ranch collassò io ero ad Amburgo. Era un’opportunità per uscire dallo schema che mi era andato bene fino a quel momento, quello di stare in “mezze relazioni”. Chiesi di essere trasferito di nuovo a Zurigo, dove Svaurp, da nuovo membro della Comune un po’ smarrita che era, ne era diventata la potente mama a capo dell’intera comune. E di nuovo, rincontrandoci, i nostri cuori si riconobbero. Ma la prevedibile alienazione da cui era affetta la relazione tra coordinatori e terapisti, cominciò a farsi sentire. Svarup era completamente assorbita dal compito di salvare la Comune in un primo tempo e poi dal lasciarla andare in bancarotta. Io non ne volevo sapere nulla e cominciai a sviluppare una forte avversità per la Svizzera, per Zurigo e per tutto il resto.

Alla fine, diventammo i due estranei che avremmo dovuto essere al nostro primo incontro. Allora non lo eravamo stati, ma ora certamente sì. Mondi separati e pieni di sfiducia. Certo era un picco, ma di delusione… e del resto quello era un periodo contrassegnato dalle delusioni a vari livelli e la sensazione del nostro amore appena nato e già finito, era solo una di queste.
Nonostante ciò l’originaria amicizia resse il colpo e potemmo così lasciarci come buoni amici e andare ognuno per la sua strada.

Avrebbe potuto finire lì e sarebbe stata già di per se stessa una bella esperienza, ma da qualche parte nella valle, nell’intimità delle nostre notti e nella dolcezza del nostro incontro, il seme aveva messo qualche radice. Piccole radici che certamente non sarebbero sopravvissute ad alcuna esperienza picco. Nel buio della notte crebbe fermamente. E una volta che le radici si rinsaldarono nel terreno, le prime foglie spuntarono e cominciarono e dispiegarsi. E quando ci ricontattammo io ero da solo nella Germania del Nord, al principio di una nuova storia; conducevo Primal Tantra e avevo lasciato la Comune in modo gentile e rispettoso.

Un giorno Svarup mi telefonò; io ero nel gruppo, quindi dovetti richiamarla; ero sorpreso dalla felicità che quella prima telefonata aveva creato in me. Chiamai e con sorpresa ancora più grande ascoltai me stesso dire: “Sì, vengo a trovarti in Toscana!”. Svarup era là, vicino a Osho Miasto, dove si occupava del training di Rebalancing.

Incontrandoci là, in terreno neutro, semplicemente due compagni di viaggio che si incontrano in cammino, l’esperienza picco cominciò ad accadere… avevo un po’ di soldi, quindi comprammo una macchina e ce ne andammo per vivere quella che fu la nostra prima luna di miele. Ed era già due anni che ci conoscevamo…

Quella volta puntammo solo su ciò che amavamo e una grande parte di ciò era il nostro comune amore per i luoghi inusuali e remoti, dove potevamo esplorare noi stessi e la nostra storia d’amore. Cercammo i posti più belli in tutte gli stati che attraversammo e appena arrivati, ci dissolvevano l’uno nell’altra.

Era una vetta, ma soffice, una vetta che ci diede l’occasione di sintonizzarci e di sincronizzarci. Quando cominciammo a scalare la vetta, avevamo lo stesso ritmo e potevamo condividere profondamente ciò che ci catturava in questo viaggio. Forse un altro modo di definirlo può essere una vetta con un centro…

Vivere nelle Comuni di Osho o nei loro pressi fino a quel momento, certo era stato un grande apprendimento nell’arte di rilassarci nelle esperienze picco. Osho creava così tante vette, ma spesso mi sentivo così spossato ed esausto dalla loro intensità che quando andavo all’Evening Meeting sprofondavo nel sonno immediatamente. Non avevamo neanche abbastanza tempo per noi stessi, eccetto forse i mesi in cui andavamo nel mondo per guadagnare i soldi necessari per poi tornare alla Comune. Là, nel mondo, avevamo l’opportunità di essere insieme intimamente. E preferivamo stare nella valle insieme piuttosto che cercare di arrampicarci su vette sempre più alte!

Ora viviamo in un luogo da dove si vede la valle di Eresso, sull’isola greca di Lesbos, e siamo in alto quel tanto che basta per non essere sovrastati dall’antichità di un villaggio vacanze greco. Al tempo stesso, non è abbastanza alto da poterlo chiamare picco, di fatto è un bel posto sulle colline. Sembra che qui abbiamo trovato un luogo esterno che riflette bene la nostra connessione interiore; dentro di noi, essere degli “osservatori sulla collina”, porta via molte delle identificazioni. Siamo consapevoli del fatto che potremmo viaggiare su vette sempre più alte, ma dal momento che stiamo invecchiando, ci godiamo sempre di più essere nella valle e fare una vita serena.

L’amore che ci unisce diventa sempre più soffice, più ricco, più abbondante, più compassionevole e lentamente si muove verso la sandhiya della vita, il crepuscolo mistico che riverbera la sua luce per molte ore prima di scomparire, creando un’atmosfera di colore che riempie il cielo. C’è abbastanza tempo per essere, semplicemente, e la fiducia che quando la notte eterna verrà, siamo pronti a darle il benvenuto e ad aiutarci a vicenda nell’entrare nel suo spazio buio, silenzioso e vellutato.

PREMARTHA AND SVARUP